sabato 28 novembre 2009

"SETTE" SATANICO


N.b. Locandina di "Bologna Sette", settimanale del quotidiano cattolico "Avvenire".

martedì 24 novembre 2009

DICIOTTO ANNI SENZA FREDDIE

Diciotto anni fa se ne andava Farrockh Bulsara, meglio conosciuto e amato come Freddie Mercury, leader e cantante dei Queen. Fa un po' impressione pensare che al mondo c'è chi - magari appena maggiorenne - non abbia mai saputo e conosciuto chi fosse uno dei grandi cantanti della storia del rock.
Quandò morì, il 24 novembre del 1991, tutti ascoltavano quello che resta uno degli album più belli dei Queen, Innuendo. Con una canzone (The show must go on) che rappresenta più di un testamento biologico per il frontman inglese. Anche se, per mille motivi, la canzone più intensa di quell'ultimo ed eterno album resta I'm going slightly mad.
In quei versi, Freddie, cercò di mettere nero su bianco le sue impressioni sulla sua vita, quella degli altri, le sensazioni di chi lentamente viene mangiato e inghiottito da una malattia che non ne vuole sapere di fermarsi e arrestarsi. Si sentiva come un albero di banane, che lentamente perdeva i suoi frutti, una carta fuori dal mazzo. O semplicemente, stava solo diventando un po' matto.

mercoledì 18 novembre 2009

VENDE ROSE PER STRADA, MAXI MULTA DA 5MILA EURO

P di cinquemila euro perchè vendeva - senza la necessaria autorizzazione - alcuni mazzi di rose davanti alla stazione dei treni. E’questa la maxi multa che Matarji Ahmed, 30enne marocchino,ha ricevuto lunedì sera direttamente dalle mani di due agenti della polizia municipale che lo hanno fermato e bloccato in piazza Dante. L’uomo,che vive a Modena da otto anni e possiede un regolare permesso di soggiorno in Italia, secondo il verbale compilato dei vigili urbani «esercitava l’attività abusiva di vendita di fiori su area pubblica senza la prevista autorizzazione»: una violazione che costerà davvero cara allo straniero che dovrà pagare la bellezza di 5.160 euro.
La cifra, apparentemente molto salata, tiene conto anche del quantitativo di fiori che il 30enne aveva con sé al momento del controllo della polizia municipale: 46 mazzi di rose custodite all’interno di un borsone nero,che adesso sono state tutte sequestrate dai vigili come di norma avviene a tutta la merce posseduta dai venditori abusivi che affollano le strade del centro. La maxi multa è stata strappata dagli agenti della Municipale lunedì scorso esattamente alle 20,36. Ahmed,che risiede in provincia di Brescia ma che vive a Modena da ormai otto anni assieme alla moglie e al figlio,era appena sceso da un treno proveniente da Piacenza dove aveva provveduto a comprare i fiori per poi provare a rivenderli nei pub e ristoranti cittadini. In piazza Dante però - secondo il suo racconto - due agenti lo hanno fermato per un controllo. Alla domanda su cosa contenesse quel pensante borsone che trasportava, il 30enne ha candidamente ammesso la presenze delle rose, non nascondendo nemmeno la sua attività di venditore abusivo.
«E’ l’unico lavoro che sono riuscito a trovare qui in tanti anni - racconta il 30enne - Ho moglie e un figlio, non voglio spacciare droga per vivere. E vendere rose mi permette di guadagnare qualche euro per andare avanti». A quel punto i vigili hanno prima sequestrato tutti i fiori (46 mazzi da circa 20 rose ciascuno) e poi comminato la maxi multa da più di 5mila euro: in pratica 5 euro per ogni rosa venduta illegalmente.
«Adesso non so davvero come pagare questa cifra - continua Ahmed - Sono già tre mesi che non riesco a trovare i soldi per saldare l’affitto della casa dove vivo con la mia famiglia.Molti miei amici sono stati multati perchè vendevano fiori in giro ma nessuno ha dovuto pagare una cifra così alta. Vorrei trovare un altro lavoro ma al momento vendere i fiori è l’unica cosa che mi permette di vivere».

di Massimiliano Papasso
pubblicato su L'Informazione di Modena del 18/11/2009

lunedì 2 novembre 2009

VASCO, WHAT THE HELL ARE YOU DOING HERE?

Per capire la struggente pochezza dell'operazione commerciale, basterebbe confrontare due frasi, due espressioni di uno stesso accordo. La prima, l'originale, recita una straziante "What the hell am i doing here?". L'altra, snocciola nello stesso punto un improbabile "voglio restare insieme a te". A questo punto i dubbi sono davvero pochi: Vasco Rossi ha ucciso una delle canzoni più belle della storia rock mondiale. Un omicidio che è diventato improvvisamente duplice quando alla cover "Ad ogni costo" si è aggiunto anche un video: per la serie non c'è mai fine al peggio. Se nella versione radiofonica il Blasco nazionale era riuscito a distruggere le liriche create da Tom Yorke con parole messe a casaccio, ritornelli sussurrati (nanananana) e improbabili traduzioni, il regista del videoclip ha portato a termine un'impresa altrettanto titanica piazzando una ballerina di danza classica a sgambettare in una stanza buia. Cosa diavolo c'entra tutto questo con lo spirito di Creep resta un mistero. Così come resta il mistero su come i cinque musicisti inglesi abbiano dato l'ok al rocker (?) italiano per la cover di una delle loro canzoni più famose.
D'altronde quell'inno generazionale contenuto nel loro primo Lp (Pablo Honey), i Radiohead l'hanno amato e odiato. Forse anche per colpa di quel giro di basso troppo simile a una hit degli Hollies (The air that I breath), e per quell'eccessiva anima "pop" che la casa discografica inglese impose ai cinque inglesini per la loro prima fatica.
In ogni caso, comunque sia andata, il remake italiano di Creep resta roba da pelle d'oca. Adatta solo a un pubblico adulto, visto che in giro c'è già qualcuno che confonde realtà e fantasia, finzione e verità. Come direbbe Vasco, mi viene il vomito, è più forte di me.