mercoledì 31 marzo 2010

ARRIVEDERCI E GRAZIE

Nonostante durante l'ultima campagna elettorale di slogan bizzarri e ingegnosi se ne siano visti di tutti i colori, nessuno dei candidati a consigli regionali, assemblee comunali, o semplicemente riunioni di condominio sparsi in tutta Italia, ha avuto il coraggio, e la lealtà, di esporre il leit motiv più inflazionato tra i politici nostrani: quello del "se perdo me ne vado".
Eh già, perché la maggior parte dei trombati (elettoralmente parlando, s'intende) alle ultime elezioni, piuttosto che sedersi su un oscuro sgabello dell'opposizione e magari provare a formare un anemico governo ombra, ha preferito - o sta per farlo - riprendersi il suo legittimo posto al sole.
Prendete il ministro Brunetta. In autunno ha la felice idea di candidarsi a sindaco di Venezia. L'acqua alta però gli è stata fatale ed ecco arrivare puntuale la sconfitta. E adesso, che fare? Ci sta ancora pensando, ma difficile che l'incubo dei dipendenti statali sieda tra i banchi dell'opposizione lagunare. D'altronde il trono ministeriale è lì che l'aspetta, nonostante una delegittimazione popolare non indifferente.
Stesso discorso per un altro governatore mancato: Anna Maria Bernini, parlamentare Pdl e candidata per il centrodestra in Emilia Romagna, sfidante del (plurimo) presidente Vasco Errani. "Decidi tu" era il suo slogan dell'ultim'ora dopo il dirottamento verso il Comune di Bologna del primo candidato Giancarlo Mazzuca. In 844.915 ci hanno provato, scegliendo lei per cambiare tonalità alla rossa Emilia. Peccato che, subito dopo la sconfitta (52% a 36%), la bella avvocatessa abbia deciso (esercitando al contrario il suo spot elettorale) di rinunciare al posto in Consiglio regionale e tornare a occupare la più remunerativa sedia da parlamentare. Con l'effetto immediato di rimettere in gioco chi nel suo partito non era riuscito ad ottenere i voti necessari per un briciolo di elezione.
Come a dire: decidi tu. Poi ci pensiamo noi.