venerdì 31 dicembre 2010

HAPPY NEW FEAR

Dieci lunghissimi anni fa, alla mezzanotte di quello che fu l'anno duemilauno, un anonimo lettore del "primo" Penzochehaicapito lasciò ai posteri questo messaggio. Lo ripropongo adesso, una decade dopo, perchè per molti - ma non per tutti - potrebbe essere ancora attuale.

"Vorrei tanto riuscire a capire se il fatto che tutti questi anni non siano serviti a cambiare niente di sostanziale qui intorno sia una sconfitta di fatto o più semplicemente il riconoscimento di una speciale incapacità mia verso gli altri, verso questi anni.
Non credo che sia poi tanto tortuoso riuscire a trovare una via d'uscita a questo interrogativo, ma ciò non vuol dire che sia meno doloroso farlo. Insomma SCONFITTO o in cerca di un PATTEGGIAMENTO?
Ormai non faccio caso, o almeno cerco di non farlo consapevolmente, alle mille occasioni che mi lascio alle spalle e ai vasi vuoti che innalzo come se fossero trofei. Questa è una storia già vissuta che non si racconta.
Che non cambierà allo scoccare di una fottuta mezzanotte, quando anche gli ORCHI avvertono brividi e tremori. E forse anche noi, come loro, dentro speriamo che possano essere finalmente gli ultimi.
Buon anno."

mercoledì 1 dicembre 2010

IL CURIOSO CASO DEGLI ELENCHI DI FAZIO


C
i fosse stata una quinta puntata magari sarebbe stato l'ospite d'onore, quello di punta. Magari sarebbe stato accolto con un grazie, o semplicemente gli avrebbero fatto leggere la sua di lista, anche se un po' lunga. Tipo quella delle cose che lo entusiasmavano da piccolo (a pagina 37):
"- l'acqua
- le automobili
- i palloni
- i telefoni
- gli animali più grandi di me
- i pesci
- gli specchi
- le lenzuola con gli angoli tirati
- incrociare le dita quando si fanno le promesse
- le cose che si muovevano più veloce di altre
- il Lego
- le cose che faceva papà".
Oppure quella delle persone che ammirava di più (pagina 44) o quella delle cose che apprezzava da sempre (pag 101).
Altro che Maroni, comitato pro-vita e politici nostrani. L'unico diritto di replica a "Vieni via con me" (la fortunatissima, brillantissima, seguitissima, originalissima e stupendissima trasmissione di Fabio Fazio e Roberto Saviano appena conclusa su RaiTre) forse doveva essere concesso al signor Erlend Loe, da Trodheim, Norvegia.
Scrittore, traduttore e sceneggiatore, oggi quarantenne, che nel 1996 sbancò la Scandinavia con il suo Naiv.Super, storia di un ragazzo che dopo una partita persa a croquet piomba in una crisi post-adolescenziale che gli fa mollare in un sol colpo studi, lavoro e beni materiali, per rifuguarsi a casa del fratello (in viaggio verso l'Africa). Qui, barricato in una eterna solitudine rotta solo dai colloqui telefonici con due suoi amici (uno buono, l'altro cattivo) passa le proprie giornate a fare liste di tutto che gli passa per la testa: da ciò che lo rende felice a quello che odia. Dagli animali più divertenti, alle fobie che lo assalgono. A quello che pensano di lui gli altri a quello che pensa lui degli altri. Una serie infinita di parole divise da un accapo e precedute da un trattino. Insomma una lista lunga quasi duecentotrentasette pagine, tante quante quelle del libro.
Un po' come succedeva proprio nella trasmissione campione di ascolti del lunedì sera di RaiTre e che ha portato alla ribalta proprio la decantazione pubblico-privata degli elenchi. Davanti alle telecamere le hanno lette in tanti, qualcuno dice anche in troppi, ma di Loe non c'era traccia. Magari lo chiameranno nella prossima stagione. Eh, magari.