giovedì 24 marzo 2011

domenica 6 marzo 2011

GRAZIE FERRO

Forse è proprio vero: sono sempre i migliori che se ne vanno. E lui, Antonio Ferroni, 55 anni da Sant'Agata Bolognese, era uno dei migliori. A fotografare, a incazzarsi e a ridere. Perché con Ferro, come tutti lo chiamavamo, non potevi non ridere. Anche quando nel bel mezzo di un omicidio si avvicinava con la macchina fotografica e mostrandoti lo schermo ti diceva: "O' vecchio, guarda che foto che fa Ferroni".
Adesso che non c'è più, dopo quasi due anni passati insieme, di lui mi piace ricordare due istantanee. La prima risale a tre anni fa, quando per festeggiare il suo compleanno, arrivò in redazione con una porchetta. Intera. Il "maialino", così come lo chiamava lui, appena tirato fuori chissà da quale forno con un'arancia stretta tra le mascelle. Il tutto accompagnato da stria e lambrusco. Per ringraziarlo gli facemmo una sorpresa: la maglia del Bologna incorniciata con il suo nome stampato sopra. Quando la vide, la prese e ringraziò tutti. Poi si avvicinò a me e mi disse: "O' vecchio, faccio le foto per la Macron (lo sponsor tecnico del Bologna, ndr), a casa ne ho una scatola piena". E giù a ridere.
La seconda non poteva che essere una fotografia. Quella che un giorno mi mostrò con l'entusiamo di un bambino. Lui, borsa in spalla e macchina fotografica ben impugnata, accanto a Gianni Rivera all'uscita dal prato di San Siro. "Tu che sei interista - mi disse - vieni qui che ti faccio un regalo".
Dopo due anni, grazie Ferro. Ci mancherai.