venerdì 20 gennaio 2012

domenica 1 gennaio 2012

A CASTEL MAGGIORE LE STRADE VANNO ALL'ASTA

Diventare proprietari di una marciapiede o di un pezzo di strada in pieno centro e magari farsi pagare l'affitto dal Comune. E' quello che potrebbe accadere tra poco più di un mese a chi decidesse di partecipare a un'asta fallimentare fissata per il prossimo 31 gennaio in Toscana. In quella data il Tribunale di Firenze venderà al migliore offerente tutto il patrimonio di un'impresa di costruzioni finita a gambe per aria qualche anno fa: case, palazzi, villette a schiera ma anche marciapiedi, rotonde, aiuole e pezzi di strada che si trovano tutti nel territorio comunale di Castel Maggiore, piccolo centro dell'hinterland bolognese. Queste opere, infatti, nonostante siano quotidianamente utilizzate dai cittadini che risiedono nel comune emiliano non sono mai diventate di proprietà dell'amministrazione pubblica dato manca all'appello l'atto con il quale il Comune si impegnava ad entrare in possesso delle opere realizzate dall'impresa edile. Un caso, degno di un romanzo kafkiano e portato alla ribalta dal consigliere regionale del Pdl Galeazzo Bignami, che adesso potrebbe costare alle casse del Comune migliaia e migliaia di euro.

Tutto cominciò quando un'impresa edile toscana realizzò a Castel Maggiore alcune opere di interesse pubblico commissionate dall'amministrazione comunale nell'ambito di precedenti accordi urbanistici. Una prassi per molti comuni che però nel piccolo centro bolognese diventò presto una patata bollente: prima che venisse perfezionato il passaggio di proprietà al Comune delle strade, aiuole e marciapiedi realizzate, l'impresa – nel 1998 – fallì. E quindi tecnicamente, anche se in questi anni il Comune le ha utilizzate, di fatto quelle opere hanno sempre continuato a far parte del patrimonio dell'impresa privata che adesso, dopo anni di tira e molla con i creditori, il curatore fallimentare ha deciso di mettere all'asta.

E così tra i beni della ditta il prossimo 31 gennaio a Firenze il giudice fallimentare si troverà a battere all'asta anche un pezzo di via Pablo Neruda (che, ironia della sorte, porta alla sede del nuovo municipio di Castel Maggiore), un terreno agricolo sul quale è stata costruita una centralina dell'energia elettrica, un'aiuola spartitraffico e diversi marciapiedi. Il prezzo base per diventarne proprietari è di 70.000 euro: da questa cifra potrà partire la gara dei rilanci tra gli eventuali pretendenti con aumenti minimi di 2mila euro.

“Se l'amministrazione avesse fatto prima un accordo con l’azienda per prendersi in carico le aree, questo problema non esisterebbe” ha tuonato il consigliere regionale del Pdl Galeazzo Bignami che assieme al consigliere comunale Leo Cataldo ha sollevato il caso. A questo punto il rischio è che il prossimo 31 gennaio all'asta fallimentare si presentino, oltre presumibilmente all'amministrazione comunale, anche privati cittadini disposti a sborsare fior di quattrini pur di accaparrarsi un pezzo di strada o un'aiuola. “In questo caso – ha aggiunto Bignami - ci sarebbe il forte rischio di una speculazione — perché in cambio dei terreni i nuovi proprietari cosa chiederebbero al Comune?».

Ipotesi, quest'ultima, rimandata al mittente dal sindaco targato Pd Marco Monesi, convinto che tutto si risolverà per il meglio e che la giunta non dovrà sborsare nemmeno un euro. “Poiché le opere sono state completate dal Comune e poste al servizio della collettività – ha spiegato l'amministrazione ieri in un comunicato ufficiale - fanno parte a tutti gli effetti del demanio comunale. Non si capisce quindi perché il Comune dovrebbe pagare un tratto di strada e una rotonda di uso pubblico che già gli appartengono. Ci affideremo quindi ad azioni legali per tutelare l’interesse pubblico e evitare esborsi di risorse finanziarie della collettività”.

Ma se l'asta dovesse andare male, anche l'alternativa dell'esproprio sembra essere piuttosto salata: secondo una recente perizia il valore dei terreni in ballo supera gli 800mila euro. Una cifra che in questi tempi di crisi il Comune bolognese non può concedersi il lusso di spendere nemmeno per 'riprendersi' un pezzo di strada che porta al municipio.

Pubblicato su Lettera43