Per capire la struggente pochezza dell'operazione commerciale, basterebbe confrontare due frasi, due espressioni di uno stesso accordo. La prima, l'originale, recita una straziante "
What the
hell am i
doing here?". L'altra, snocciola nello stesso punto un improbabile "voglio restare insieme a te". A questo punto i dubbi sono davvero pochi:
Vasco Rossi ha ucciso una delle
canzoni più belle della storia rock mondiale. Un omicidio che è diventato
improvvisamente duplice quando alla
cover "
Ad ogni costo" si è aggiunto anche un
video: per la serie non c'è mai fine al peggio. Se nella versione radiofonica il
Blasco nazionale era riuscito a distruggere le liriche create da
Tom Yorke con parole messe a casaccio, ritornelli sussurrati (
nanananana) e improbabili traduzioni, il regista del videoclip ha portato a termine un'impresa altrettanto titanica piazzando una ballerina di danza classica a sgambettare in una stanza buia. Cosa diavolo c'entra tutto questo con lo spirito di
Creep resta un mistero. Così come resta il mistero su come i cinque musicisti inglesi abbiano dato l'ok al
rocker (?) italiano per la
cover di una delle loro canzoni più famose.
D'altronde quell'inno
generazionale contenuto nel loro primo
Lp (
Pablo Honey), i
Radiohead l'hanno amato e odiato. Forse anche per colpa di quel giro di basso troppo simile a una
hit degli
Hollies (The air that I breath), e per quell'eccessiva anima "pop" che la casa
discografica inglese impose ai cinque
inglesini per la loro prima fatica.
In ogni caso, comunque sia andata, il remake italiano di Creep resta roba da pelle d'oca. Adatta solo a un pubblico adulto, visto che in giro c'è già qualcuno che confonde realtà e fantasia, finzione e verità. Come direbbe Vasco, mi viene il vomito, è più forte di me.