domenica 31 maggio 2009

SALVATE IL GUERRIGLIERO UMBERTO

Dagli indiani a Che Guevara. Dalle riserve americane alla guerriglia boliviana. Alla Lega-sempremenoromaladrona-Nord piace la storia. Talmente tanto che i suoi manifesti elettorali ultimamente richiamano eventi epocali dai risvolti apocalittici. Quello degli indiani è ormai famoso (anche se immaginare un povero angolano sbarcato a Lampedusa vestito da generale Custer è davvero una bella prova di fede politica). Per non parlare di quelli contro cinesi, prostitute e l'indipendenza della Padania. Ma l'accostamento a Che Guevara, paladino della rivoluzione d'avanguardia, forse nessuno se l'aspettava. E invece ecco sbarcare sul web con un bunner a scorrimento lento l'Umberto "Che" Bossi, con tanto di posa epica e sigaro in mano. La faccia rivolta a sinistra ma gli occhi puntano decisamente verso destra.
L'espressione seria come quella del dottor Ernesto, ma al posto del bavero e del basco con la stella a cinque punte l'Umbert nazionale sfoggia l'inconfondibile camicia verde. Insomma, non c'è che dire, un'imitazione perfetta. Peccato che abbiano appena chiuso lo spettacolo del Bagaglino. Pippo Franco si sta già mangiando le mani.

venerdì 22 maggio 2009

mercoledì 20 maggio 2009

L'ULTIMA CORSA DI FABIO

Aveva preso un mese di ferie per seguire quello che da 32 anni era la sua passione più grande, il Giro d’Italia. E proprio sulle strade della corsa rosa, Fabio Saccani, imprenditore con l’hobby del ciclismo, è morto: travolto da un camion mentre a bordo della sua motocicletta stava raggiungendo la partenza di una delle tappe più attese, la Cuneo-Pinerolo.
Tragico incidente ieri mattina al Giro d’Italia: Fabio Saccani, 69 anni, originario di Rio Saliceto ma carpigiano d’adozione, è deceduto dopo essersi schiantato contro un camion nei pressi di Cuneo. Saccani, sposato e con due figli, era la guida su due ruote di Roberto Bettini, storico fotografo del ciclismo. Con lui aveva macinato chilometri in sella alla sua motocicletta in Italia e all’estero: il Giro d’Italia di quest’anno era il 32esimo seguito dal vivo, mentre al Tour de France era già stato ben 11 volte. In gruppo tutti lo conoscevano: inconfondibile con il suo casco rosa, tappezzato di fotografie e autografi dei corridori, era innamorato del ciclismo e dei suoi eroi. Da Pantani a Saronni, aveva conosciuto tutti i più grandi, ma era stato l’americano Lance Armstrong che l’aveva colpito di più. Forse proprio perchè entrambi erano riusciti - pochi anni fa - a sconfiggere un male terribile. Una vittoria che Saccani, intervistato pochi giorni fa dalle televisioni di mezza Italia, sbandierava con grande gioia assieme alla foto con il ciclista texano, quest’anno al suo primo Giro d’Italia dopo il provvisorio ritiro.
L’incidente è accaduto qualche minuto prima delle 9 del mattino. Saccani, che lunedì era ritornato a casa dalla moglie, stava raggiungendo la partenza della 12esima tappa. Poco prima del centro di Cuneo però un camion - secondo una prima ricostruzione da parte della polizia stradale piemontese - gli ha tagliato la strada. La sua moto, una Bmw 1200, è finita contro la parte posteriore del mezzo. Un impatto terribile che non gli ha lasciato scampo: il 69enne, infatti, è deceduto sul colpo. La notizia della sua morte ha subito raggiunto la carovana rosa che si apprestava a partire per una delle tappe più belle. Ad aspettarlo c’era l’amico e compagno di avventure, il fotografo Roberto Bettini, che in lacrime ha ricordato il suo grande amore per questo sport. «Ci lascia la sua immensa voglia di vivere - ha detto - ed il suo immenso amore per il ciclismo. Per lui il ciclismo era una ragione di vita, era entusiasta».
Una vera e propria passione che Saccani coltivava fin da giovane, quando in sella alla sua bici era riuscito a vincere anche qualche corsa. Originario di Ca’ di Frati, Saccani viveva a Rio Saliceto ma Carpi era la sua seconda casa. Da quando aveva sposato la signora Lara Colli era diventato uno dei titolari dell’azienda di famiglia che produce prodotti chimici per l’agricoltura. Ieri nello stabilimento di via Tre Ponti c’era rabbia e incredulità. «Siamo sconvolti - racconta una dipendente al telefono - il signor Fabio amava tanto quello sport, era la sua passione. Lo vedevamo qui tutti i giorni. Non ci sembra vero». A Carpi, nello stesso stabilimento, lavorava anche uno dei suoi figli, Stefano. Oggi il Giro d’Italia lo ricorderà ufficialmente con un minuto di silenzio prima della partenza dei corridori, mentre la data dei funerali non è ancora stata fissata: per salutare Fabio per l’ultima volta bisognerà aspettare l’esito dell’autopsia.

di Massimiliano Papasso
L'Informazione di Modena, 20/05/2009

mercoledì 6 maggio 2009

MEMORIE DAL SOTTOSUOLO

Have no fear
For when I'm alone
I'll be better off
than I was before
I've got this light
I'll be around to grow
Who I was before
I cannot recall

Long nights allow
me to feel...I'm falling...
I am falling
The lights go out
Let me feel I'm falling
I am falling safely to the ground
I'll take this soul
that's inside me now
Like a brand new friend
I'll forever know
I've got this light
And the will to show
I will always be
better than before

Long nights allow me to feel...
I'm falling...I am falling
The lights go out
Let me feel I'm falling
I am falling safely to the ground
(Long Nights, Into the wild - Eddie Vedder)