sabato 19 dicembre 2009

INVERNO


(Bologna, 18 dicembre 2009, nevicata di Natale)


"... Anche la luce sembra morire
nell'ombra incerta di un divenire
dove anche l'alba diventa sera
e i volti sembrano teschi di cera.

Ma tu che vai, ma tu rimani
anche la neve morirà domani
l'amore ancora ci passerà vicino
nella stagione del biancospino
..."

sabato 5 dicembre 2009

CELLI, IL RANCIDO E LA VOGLIA DI SCAPPARE

Qualche giorno fa il direttore generale della Luiss (l'Università di Confindustria) ha scritto una lettera a Repubblica indirizzata al figlio neolaureando. Parlava di meritocrazia, di un Paese (il nostro, il suo) dove non c'è spazio per chi vale, per i giovani, per quelli che hanno idee, voglia di fare, creatività. Un Paese dove chi è al timone (lui sì, noi no) non è riuscito a garantire a quegli stessi ragazzi un impiego lavorativo (e uno stipendio) degno di un qualsiasi portaborse, tronista, velina, vincitore di X-Factor. "Quindi figlio mio, meglio scppar via dall'Italia" ha scritto. Le parole di Celli hanno scatenato una reazione a catena, soprattutto sul web. Parole di stima, altre di sdegno. Tutte, o quasi, appartenevano a chi dall'Italia è scappato e magari non c'è mai più tornato. Qui sotto ci sono quelle di un architetto, un ragazzo, un amico. Uno che è andato via, ma poi alla fine torna sempre. Forse uno qualunque, come tanti, ma che ha vissuto sulla propria pelle ciò che il buon Celli si limita solo a filosofeggiare. Buona lettura. E grazie Raffaele.

"Carissima mamma e zia Mariorita Dopo la lettera di Celli, la risposta di Benedetta Tobagi, Napolitano, ed altri mi è venuta voglia di riprendere uno sfogo iniziato l’anno scorso e mai portato a termine. Appartengo alla generazione Erasmus, ho conosciuto l’Europa attraverso i viaggi inter-rail e con l’erasmus, ho scoperto di vivere bene in questo continente Dopo aver passato un anno in Spagna a studiare, sono tornato in Italia mi sono laureato e alla prima occasione utile ho deciso di andare all’estero a vivere e lavorare.

Ho trascorso gli ultimi 3 anni tra la Spagna e l’Olanda e l’Italia.
Nei giorni d’entusiasmo, d’allegria e spensieratezza mi vedo come un lavoratore-professionista, moderno, flessibile, in grado di portare le mie capacità a spasso per l’Europa e assorbire il meglio dal continente. Perché in fin dei conti questo Europa unita mi piace. Mi ritrovo nei suoi valori condivisi, nella sua cultura latina e mitteleuropea, nelle garanzie sociali che il vecchio continente assicura ai suoi cittadini. Al contrario, nei tristi giorni di solitudine e nostalgia, mi considero un semplice emigrante. Eh si, perché d’emigrazione si tratta. Basta con la menata dei “cervelli in fuga”. Quelli saranno al massimo alcune centinaia di cervelloni che insegnano ad Harward, operano nei migliori centri ospedalieri del pianeta o sono sul punto di trovare la soluzione alla massa mancante dell’universo. Gente seria e competente. Io invece appartengo alle centinaia di migliaia di emigranti con o senza laurea. Nuovi emigranti che si muovono per una semplice ragione: migliori condizioni di vita e di lavoro.

Eppure qualche mese fa tornai a Napoli. Su segnalazione di un amico di un amico Il mio curriculum era finito sul tavolo di uno dei principali studi d’architettura d’Italia e del sud. Studio serio, rispettato e dal respiro internazionale. Mi chiamarono a fare un colloquio. Mentre aspettavo di essere ricevuto osservavo i fichissimi progetti appesi alle pareti. Ero stupito dai quei 40 computer tutti nuovi e allineati in file da 4. E poi guardavo fuori dalle finestre. Era mattino presto e l’appartamento in prima fila a mergellina sembrava contenere il golfo di Napoli tutto intero. Per qualche minuto mi sono immaginato lì tutte le mattine a lavorare e distrarmi osservando le infinite striature che il golfo sa assumere durante l’anno . Osservare castel dell’ovo, verificare la presenza o l’assenza di Capri rispetto alla marea e alla foschia.
Pensai a come sarebbe stato tornare a vivere in quella città così meridionale che mi ha conquistato negli anni dell’università.

Pensai a me che avevo scelto consapevolmente di rimanere a studiare al sud mentre i migliori amici di scuola sceglievano Roma, Bologna, Firenze… in un senso di appartenenza al meridione che nemmeno io immaginavo di possedere
Feci il colloquio, parlai delle mie esperienze lavorative, delle mie attitudini, delle mie capacità di relazione, delle mie ambizioni. Volevano che partecipassi alla redazione di un progetto per la costruzione di una base militare. Mica pizza e fichi! Un’intera base militare da progettare e costruire. Poi mi fecero l’offerta: 600 euro lorde al mese per 40 ore settimanali (senza contare le ore extra non retribuite dovute a nottate pre-consegna, eventuali concorsi a cui partecipare…ecc.). Feci un rapido conto: 3,33euro lordi l’ora. Avrei dovuto rinunciare per un altro po’ alla voglia di andare a vivere da solo, avrei dovuto chiedere un po’ di soldi a casa per comprare uno scooter per andare a lavoro… Tentai di trattare sul prezzo sulla base del mio curriculum.

Mi risposero che non potevano trattarmi diversamente perché non mi conoscevano: all’università non ero stato né uno studente dell’ architetto capo dello studio(docente all’Università) e né mi ero laureato con lui. Sul mio curriculum c’erano 5 lusinghieri anni di esperienza lavorative ma potevo anche aver scritto di essere l’autore dei giardini pensili di babilonia, che non sarebbe servito a nulla. Non avevo fatto nessun esame con il Capo e l’offerta era di 3,33 euro lorde l’ora.
Rifiutai, salutai cortesemente e lasciai lo studio. Per le scale mi assalì una rabbia profonda, ma allo stesso tempo mi sentivo più leggero e soddisfatto di me stesso per aver detto no ad uno dei più blasonati ed ambiti studi del meridione. Mi feci tutto il lungomare a piedi. Pensai a quella ragazza che avevo incontrato per le scale. Avevamo fatto l’università insieme e lei aveva appena iniziato a lavorare in quello studio alle stesse condizioni: provai pena per lei.

E poi pensai alla mia avventura spagnola. Ero arrivato a Barcellona per fare uno stage di 400 ore. A conclusione mi presentai dal direttore dell’azienda e gli chiesi se avessero bisogno di me. Mi rispose che si era informato su di me e che aveva ricevuto da tutti i miei collaboratori degli ottimi giudizi sul mio conto; sì, c’era posto per me in azienda. Avrei lavorato per il primo anno con un contratto di 1200 euro lordi al mese per 30 ore settimanali. E poi avrei arrotondato lo stipendio collaborando il pomeriggio nello studio di un privato. In totale facevano 11 euro lorde l’ora e non avevo nessuna esperienza di lavoro! Qualche mese dopo cominciai a far girare di nuovo il mio Cv e a mettere annunci su internet. Qualche settimana dopo mi chiamarono: uno studio privato aveva visto il mio annuncio, letto il mio CV e mi offriva condizioni più vantaggiose ( non solo economiche) per lavorare con loro. Era la seconda volta in un anno che il mio merito veniva premiato. Ero in un paese dove non conoscevo nessuno, dove non si parlava neppure la mia lingua, però si fidavano di me e investivano sulle mie capacità. GUAU!

Ho continuato a camminare per Via Caracciolo, ogni tanto alzavo la testa, guardavo il golfo e mi si stringeva il cuore.
Ora però non si emigra solo perché ci pagano di più all’estero, tanto più che quei risparmi li investiamo per comprare biglietti aerei per tornare a casa a natale e ad ogni buona occasione. Le ragioni sono molto più profonde e ahimè radicate. È difficile da spiegarsi e credo che molti di coloro che hanno fatto la mia scelta trovino difficoltà a spiegare perché stanno all’estero. L’Italia manca di visione di Futuro. In questo girovagare per nazioni “vicine” per cultura e condizioni, ho sempre trovato un progetto di futuro.

Ho conosciuto colleghi che hanno acceso mutui per comprare casa a 25 anni: lavorano a 22 anni e a 25 pensano che sia arrivato il tempo di mettere su famiglia o vivere da soli. Ho incontrato giovani coppie che in 5 mesi si sono viste assegnare e consegnare una casa di proprietà pubblica con affitto bloccato a 20 anni. Perché in Olanda le case popolari non sono solo per le famiglie più svantaggiate disgraziate: a seconda del reddito si partecipa a gare diverse per lotti di case diverse.

Trovo sciocco fare l’elenco delle cose che funzionano meglio o peggio.
Ma sono stato in Spagna e ho le valigie pronte a tornarci perché nonostante l’arretratezza economica e forse anche culturale, per le strade si respira “fresco” mentre l’odore dell’Italia è rancido e stantio. Ma oggi,i nonostante tutto, è un giorno sereno e di entusiasmo e mi va di dire che non sono un emigrante ma vivo in Europa evitando di stare nel posto più statico del continente".

sabato 28 novembre 2009

"SETTE" SATANICO


N.b. Locandina di "Bologna Sette", settimanale del quotidiano cattolico "Avvenire".

martedì 24 novembre 2009

DICIOTTO ANNI SENZA FREDDIE

Diciotto anni fa se ne andava Farrockh Bulsara, meglio conosciuto e amato come Freddie Mercury, leader e cantante dei Queen. Fa un po' impressione pensare che al mondo c'è chi - magari appena maggiorenne - non abbia mai saputo e conosciuto chi fosse uno dei grandi cantanti della storia del rock.
Quandò morì, il 24 novembre del 1991, tutti ascoltavano quello che resta uno degli album più belli dei Queen, Innuendo. Con una canzone (The show must go on) che rappresenta più di un testamento biologico per il frontman inglese. Anche se, per mille motivi, la canzone più intensa di quell'ultimo ed eterno album resta I'm going slightly mad.
In quei versi, Freddie, cercò di mettere nero su bianco le sue impressioni sulla sua vita, quella degli altri, le sensazioni di chi lentamente viene mangiato e inghiottito da una malattia che non ne vuole sapere di fermarsi e arrestarsi. Si sentiva come un albero di banane, che lentamente perdeva i suoi frutti, una carta fuori dal mazzo. O semplicemente, stava solo diventando un po' matto.

mercoledì 18 novembre 2009

VENDE ROSE PER STRADA, MAXI MULTA DA 5MILA EURO

P di cinquemila euro perchè vendeva - senza la necessaria autorizzazione - alcuni mazzi di rose davanti alla stazione dei treni. E’questa la maxi multa che Matarji Ahmed, 30enne marocchino,ha ricevuto lunedì sera direttamente dalle mani di due agenti della polizia municipale che lo hanno fermato e bloccato in piazza Dante. L’uomo,che vive a Modena da otto anni e possiede un regolare permesso di soggiorno in Italia, secondo il verbale compilato dei vigili urbani «esercitava l’attività abusiva di vendita di fiori su area pubblica senza la prevista autorizzazione»: una violazione che costerà davvero cara allo straniero che dovrà pagare la bellezza di 5.160 euro.
La cifra, apparentemente molto salata, tiene conto anche del quantitativo di fiori che il 30enne aveva con sé al momento del controllo della polizia municipale: 46 mazzi di rose custodite all’interno di un borsone nero,che adesso sono state tutte sequestrate dai vigili come di norma avviene a tutta la merce posseduta dai venditori abusivi che affollano le strade del centro. La maxi multa è stata strappata dagli agenti della Municipale lunedì scorso esattamente alle 20,36. Ahmed,che risiede in provincia di Brescia ma che vive a Modena da ormai otto anni assieme alla moglie e al figlio,era appena sceso da un treno proveniente da Piacenza dove aveva provveduto a comprare i fiori per poi provare a rivenderli nei pub e ristoranti cittadini. In piazza Dante però - secondo il suo racconto - due agenti lo hanno fermato per un controllo. Alla domanda su cosa contenesse quel pensante borsone che trasportava, il 30enne ha candidamente ammesso la presenze delle rose, non nascondendo nemmeno la sua attività di venditore abusivo.
«E’ l’unico lavoro che sono riuscito a trovare qui in tanti anni - racconta il 30enne - Ho moglie e un figlio, non voglio spacciare droga per vivere. E vendere rose mi permette di guadagnare qualche euro per andare avanti». A quel punto i vigili hanno prima sequestrato tutti i fiori (46 mazzi da circa 20 rose ciascuno) e poi comminato la maxi multa da più di 5mila euro: in pratica 5 euro per ogni rosa venduta illegalmente.
«Adesso non so davvero come pagare questa cifra - continua Ahmed - Sono già tre mesi che non riesco a trovare i soldi per saldare l’affitto della casa dove vivo con la mia famiglia.Molti miei amici sono stati multati perchè vendevano fiori in giro ma nessuno ha dovuto pagare una cifra così alta. Vorrei trovare un altro lavoro ma al momento vendere i fiori è l’unica cosa che mi permette di vivere».

di Massimiliano Papasso
pubblicato su L'Informazione di Modena del 18/11/2009

lunedì 2 novembre 2009

VASCO, WHAT THE HELL ARE YOU DOING HERE?

Per capire la struggente pochezza dell'operazione commerciale, basterebbe confrontare due frasi, due espressioni di uno stesso accordo. La prima, l'originale, recita una straziante "What the hell am i doing here?". L'altra, snocciola nello stesso punto un improbabile "voglio restare insieme a te". A questo punto i dubbi sono davvero pochi: Vasco Rossi ha ucciso una delle canzoni più belle della storia rock mondiale. Un omicidio che è diventato improvvisamente duplice quando alla cover "Ad ogni costo" si è aggiunto anche un video: per la serie non c'è mai fine al peggio. Se nella versione radiofonica il Blasco nazionale era riuscito a distruggere le liriche create da Tom Yorke con parole messe a casaccio, ritornelli sussurrati (nanananana) e improbabili traduzioni, il regista del videoclip ha portato a termine un'impresa altrettanto titanica piazzando una ballerina di danza classica a sgambettare in una stanza buia. Cosa diavolo c'entra tutto questo con lo spirito di Creep resta un mistero. Così come resta il mistero su come i cinque musicisti inglesi abbiano dato l'ok al rocker (?) italiano per la cover di una delle loro canzoni più famose.
D'altronde quell'inno generazionale contenuto nel loro primo Lp (Pablo Honey), i Radiohead l'hanno amato e odiato. Forse anche per colpa di quel giro di basso troppo simile a una hit degli Hollies (The air that I breath), e per quell'eccessiva anima "pop" che la casa discografica inglese impose ai cinque inglesini per la loro prima fatica.
In ogni caso, comunque sia andata, il remake italiano di Creep resta roba da pelle d'oca. Adatta solo a un pubblico adulto, visto che in giro c'è già qualcuno che confonde realtà e fantasia, finzione e verità. Come direbbe Vasco, mi viene il vomito, è più forte di me.

martedì 27 ottobre 2009

LA POLITICA DA MESSA IN PIEGA

Politica e gossip sono sempre andati a braccetto. Forse per questo, visti i tempi, andare dal parrucchiere e ascoltare i teoremi politici di donne (e uomini) alla continua ricerca di una messa in piega, può far capire tante cose. Queste sono le frasi di una signora dalla chioma mica tanto fluente che, mentre sfogliava distrattamente un giornale (guarda caso di gossip), snocciolava le sue verità sui casi più caldi dell'autunno italiano.

Marrazzo il moralizzatore
"Ma ha visto quel Marrazzo lì? Che vergogna! E poi lui ha una famiglia, una moglie, una bambina. Che vergogna! E poi con l'auto di servizio... ma dico io, non aveva qualcosa per non farsi scoprire? Chennesò... ecco, una garsoniere dove andare con questi uomini? Ma poi che schifo, tutti stranieri. In tv hanno fatto vedere che in quel palazzo dove andava c'erano tutti trans, tutti extracomunitari. Per colpa loro qui in Italia ci sono malattie che avevamo debellato da tempo. Tubercolosi, epatite, per non parlare dell'Aids. E poi che figura! Lui che era un moralizzatore, in quella trasmissione tv... come si chiama? Eccolo il moralizzatore. Questo si fa, questo no, e poi uno va con i trans. Sa cosa le dico? Che gli sta proprio bene!"

Quel cristiano di Boffo
"E poi c'è quello lì. Sì dai, il direttore di Famiglia Cristiana, Boffo. Lui ha ricattato una donna. Una cosa indecente. Ed era anche il direttore di Famiglia Cristiana. E' assurdo. Certa gente dovrebbe farsi un esame di coscienza prima di parlare".

Berlusconi uno di noi
"E pensare che avevano provato anche a prendersela con Berlusconi, assurdo. Ma cosa ha fatto lui? Che cosa avrebbe fatto di tanto grave? Ospitare delle ragazze nel bagno di casa sua non è reato. E poi non ci sono prove, quelle lì si sono fatte solo due foto nel suo bagno. Che male c'è? La storia delle escort è tutta una montatura dei giornali. Io non ci credo. Lui ha famiglia, è cristiano. E' uno di noi".

domenica 18 ottobre 2009

RICORDI IN CONTROLUCE

Ci sono posti dove non vorresti mai andare. Altri che invece avresti voluto vedere, da sempre. Poi ci sono quelli che non t'aspetti, nascosti dietro l'angolo o più banalmente alle tue spalle, in controluce. E assaporarli, allora, avrà tutto un altro gusto. (Scogliera di Sampieri, Ragusa, Italia 2009)

sabato 10 ottobre 2009

L'OPUS DEI VA ALLE CROCIATE. CONTRO UNA PAPERELLA

Dagli angeli travestiti da demoni di Dawn Brown, a una papera colorata di rosa. L'ultima crociata dell'Opus Dei - la prelatura personale della chiesa cattolica fondata nel 1928 - si gioca sul tavolo dell'ufficio spagnolo per i marchi e i brevetti. Casus belli, l'idea di un gruppo di ragazzi di Granada di creare e commercializzare su internet magliette, spille e borse che ritraggono una paperella dal colore rosa , il tutto con un nome dall'assonanza parecchio imbarazzante: Opus Gay. Una intuizione che non è piaciuta ai vertici dell'organizzazione cattolica che hanno subito presentato un ricorso all'ufficio governativo spagnolo per bloccare la registrazione del marchio. E pensare che nonostante il nome dal suono assai irriverente, a sentire i ragazzi che hanno creato il marchio, la chiesa, il cilicio e i diritti dei gay non c'entrano proprio niente con il loro prodotto. Come hanno dichiarato a diversi giornali locali e sul loro blog, "l'Opus Dei è una organizzazione religiosa, mentre noi siamo una semplice marca di abbigliamento, la cui filosofia è la diversità e il divertimento". Spiegazione che però non è bastata per tenere alla larga la loro creatura dalle critiche, come testimoniano diversi messaggi e post su internet subito dopo la diffusione della notizia del ricorso dell'Opus Dei. Adesso l'ultima parola spetta ai "giudici" dell'ufficio brevetti che dovranno stabilire se la paperella rosa potrà nuotare liberamente su internet oppure no. La decisione è attesa per la prossima settimana. Difficile fare previsioni. Qualche anno fa Dawn Brown con i suoi romanzi (e di conseguenza Ron Howard) ne uscì vincitore e con una montagna di pubblicità, più o meno cercata. Chissà che non succeda la stessa cosa alla stravagante e irriverente paperella rosa.

giovedì 8 ottobre 2009

SETTECENTO TELEFONATE IN TRE MESI PER PERSEGUITARE LA RIVALE IN AMORE

Settecentotre telefonate in nemmeno tre mesi, una media di otto chiamate al giorno per insultare e soprattutto minacciare quella che era diventata la nuova compagna dell’ex marito. Una donna residente a Novi di Modena ha ricevuto un ordine da parte del Tribunale di non avvicinarsi ai luoghi frequentati da una cittadina brasiliana e dai suoi familiari: motivo del divieto l’attività persecutoria che la donna avrebbe portato avanti nei confronti della «rivale» in amore per più di un anno. Tutto ha inizio nell’autunno del 2007 quando una coppia di Novi, marito e moglie, decide di separarsi. Lui, poco dopo, va a vivere con una donna brasiliana, ma l'ex consorte non accetta la fine della loro storia. Cominciano così prima le telefonate e le minacce nei confronti della rivale in amore, intervallate da diversi episodi di violenza (verbale e non) che continuano per tutto il 2008. A marzo di quest’anno però la straniera è ormai stanca, ha paura. Si reca in Questura per denunciare la sua persecutrice, chiedendo quello che nei casi di Stalking si chiama «ammonimento». Pochi giorni dopo la polizia si reca a casa dell'ex moglie, 43enne, e le notifica l’atto, ma è tutto inutile. La donna, infatti, evidentemente accecata dalla gelosia e dal rancore per la fine del suo matrimonio non si ferma. Questa volta rivolge le sue particolari «attenzioni» anche verso l’ex marito e i figli della signora brasiliana.
Continuano così le telefonate minatorie, gli insulti, le minacce che anche un’operatrice della polizia riesce a sentire visto che, quando la coppia si era recata in Questura per denunciare il caso, la stalker aveva chiamato per l’ennesima volta la sua rivale ricoprendola di ingiurie. Chiamate che ormai erano all’ordine del giorno visto che, come hanno poi accertato le indagini delle forze dell’ordine, la signora di Novi dal 1 gennaio scorso e fino al 23 marzo ha "disturbato" ben 703 volte la nuova compagna del marito, con una media di 8 telefonate al giorno.

di Massimiliano Papasso
L'Informazione di Modena - 08/10/2009

venerdì 25 settembre 2009

mercoledì 23 settembre 2009

CHI HA INCASTRATO KURT COBAIN?

Cantava di non essere come loro ma di poter fingere. Diceva di sentirsi il peggiore anche in quello che faceva meglio. Adesso ce lo ritroviamo, cardigan sgualcito sulle spalle e caschetto biondo in testa, a intonare le hit degli Iron Maiden e Blink-182. Kurt Cobain, leader dei Nirvana morto il 5 aprile del 1994 a ventisette anni, rivive - almeno virtualmente - nel gioco elettronico Guitar Hero 5. Activision, il colosso americano che ha ideato e distribuisce l'ultima frontiera dell'intrattenimento da camera, ha creato un avatar dell'icona grunge con il quale è possibile eseguire tutte le hit presenti nella tracklist del gioco.
Un "orrore" contro il quale si sono scagliati con forza i due compagni di avventura di Cobain ai tempi della Seattle a quadratini di flanella."Kurt ha scritto canzoni e parole che significano molto per tante persone nel mondo - hanno detto Krist Novoselic e Dave Grohl - Crediamo che si meriti di meglio che apparire in un videogioco". Inorridita anche la vedova Cobain, Courtney Love, che pare abbia già dato mandato ai suoi avvocati di tutelare l'immagine del marito "facendo a pezzi" quelli di Activision e il loro giochino. Peccato che - come hanno raccontato i legali del gruppo a stelle e strisce - sia stata proprio l'ex dolce metà del povero Cobain a dare il via libera (a suon di dollari, s'intende) alla creazione dell'avatar di Kurt. Ok che però - a sentire l'ex leader delle Hole e dal 1994 anche attrice e presentatrice tv - avrebbe dovuto riguardare solo pensieri e parole del repertorio musicale dei Nirvana. E invece quelli di Activision hanno piazzato il povero Cobain vicino a scheletri che suonano la batteria. Per poi far decidere all'utente se e quando far intonare improbabili successi internazionali di altri gruppi, lontani anni luce dalla rabbia di Smell Like Teen Spirit o Rape Me.
Forse hanno davvero ragione i suoi ex compagni di viaggio. Cobain non si meritava tutto questo. D'altronde l'aveva scritto anche lui da qualche parte, quando ancora nessuno immaginava cosa potesse essere (o diventare) un avatar: "Preferisco essere odiato per ciò che sono, piuttosto che essere amato per quel che non sono".

martedì 15 settembre 2009

LA MORTE FUORI DAL CORO

Qualcuno diceva che parlare male dei morti è praticamente impossibile. Forse perché il trapassato è l'unico tempo che ha la straordinaria capacità di addolcire pensieri, ricordi e forse anche persone. Anche quelle che di dolce non hanno mai avuto niente.
Per questo mi è sembrato piuttosto singolare leggere qualche giorno fa sulle pagine dell'Unità un epitaffio al contrario del "trapassato" Mike Bongiorno, "padre della tv, inventore dei telequiz, paladino della resistenza, assaggiatore personale di tutti i prodotti sponsorizzati nelle sue trasmissioni".
A scriverlo è stato Paolo Villaggio, quello di Fantozzi, ma anche quello delle avventure amorose di re Carlo.
Un ricordo duro, a tratti irriverente, ma in fin dei conti autentico, proprio perché si basa su ricordi e niente più.
Un esercizio di stile, mai retorico, che però dovrebbe far riflettere chi crede che il trapassato sia il tempo giusto per poter trasformare gli amici in nemici e, soprattutto, i nemici in amici.

mercoledì 12 agosto 2009

mercoledì 5 agosto 2009

CONSULENZE, L'UNIONE 'SUONA' LA CARICA

Servizi psicologici per studenti, aiuti alle famiglie disagiate ma soprattutto corsi di chitarra, canto e lezioni di tromba. L’Unione dei Comuni dell’Area Nord da oggi corre seriamente il rischio di essere l’ente più musicale d’Italia. A dimostrarlo l’ammontare delle consulenze dei nove comuni della Bassa modenese (Mirandola, Cavezzo, San Prospero, San Possidonio, Medolla, Camposanto, San Felice, Concordia e Finale) che l’anno scorso ha toccato l’incredibile quota di 566.182mila euro: esattamente la metà della cifra totale spesa per pagare tutti gli altri contratti di collaborazione nel corso del 2008.
La scoperta arriva direttamente dalle cifre pubblicate sul sito del Ministero della Funzione Pubblica, in nome della tanto reclamizzata «operazione trasparenza» fortemente voluta dal ministro Renato Brunetta. E spulciando tra le pagine internet dedicate agli incarichi affidati a consulenti e collaborazioni esterni dell’Unione dei Comuni dell’Area Nord del 2008, di certo le sorprese non mancano.
Si parte con la cifra complessiva messa a bilancio per liquidare le collaborazioni del 2008: 1.135.118 euro, centesimo più, centesimo meno. Soldi che l’Unione dei nove comuni della Bassa ha utilizzato per pagare parcelle di avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro, ma che soprattutto sono serviti - a leggere le tabelle pubblicate sul sito ministeriale - per liquidare docenti di musica. Il 49,8% dell’importo previsto per il pagamento delle consulenze, infatti, è stato sostanzialmente prosciugato da un’unica e forse inaspettata voce: quella che viene genericamente identificata come «attività didattico-musicali». Ben 566mila euro sono stati impegnati per pagare 59 prof per delle generiche «lezioni di musica».
Ma c’è di più. Quasi il 30% di questa particolare spesa (161mila euro) l’Unione l’ha impegnata per «attività didattiche» presso la prestigiosa scuola di Musica, da poco trasformata in Fondazione con il contributo della Cassa di Risparmio di Mirandola. Con alcuni docenti che compaiono due volte a libro paga dell’Unione, sia per generiche attività didattiche (della durata anche di un anno) che per impegni nell’istituto che adesso porta il nome di «Fondazione Carlo e Guglielmo Andreoli». Per non parlare di altri professori pagati fino a mille euro per tenere corsi di aggiornamento di appena due giorni ai loro stessi colleghi.
Tutte le cifre fanno ovviamente riferimento allo scorso anno, ma comprendono anche alcune spese effettuate dall’Unione negli ultimi mesi del 2007 e quelle programmate per il 2009. La musica è sicuramente la voce di spesa più ricorrente ma non mancano consulenze (anche corpose) per progetti sociali, sostegno alle famiglie e iniziative per combattere il fenomeno del bullismo nelle scuole. In totale i soldi già usciti dalle casse dell’Unione per liquidare tutte le consulenze esterne hanno raggiunto quota 743.113mila euro, e manco a dirlo, più di 467mila sono finiti sotto il capitolato musicale: il 62,8% del totale.

di Massimiliano Papasso
L'Informazione di Modena (02/08/2009)

venerdì 24 luglio 2009

SCHERZI DEL NAVIGATORE: IN VIAGGIO PER CAPRI FINISCONO A CARPI

Sognavano Capri, il mare e i Faraglioni, e invece si sono ritrovati a Carpi, in provincia di Modena, sotto il sole cocente della pianura padana. Il tutto per una consonante sbagliata sul navigatore satellitare.
E' stata una vera e propria odissea quella capitata qualche giorno fa a una coppia di turisti svedesi in vacanza in Italia che aveva deciso di passare qualche giorno al mare. I due, entrambi sulla cinquantina, erano partiti da Venezia con destinazione l'isola di Capri. Per trovare la strada giusta si erano affidati al proprio navigatore satellitare, convinti che li avrebbe guidati a destinazione nel minor tempo possibile. Peccato però che non avessero fatto i conti con i trabocchetti della lingua italiana. Al momento di digitare il nome della città di arrivo (Capri), infatti, qualcosa è andato storto e la "p" e la "r" del nome della magnifica isola campana si sono scambiati di posto. Risultato: i due "turisti per caso" sono arrivati a Carpi, in provincia di Modena.
Nonostante all'orizzonte non ci fosse nemmeno l'ombra di un gabbiano, la coppia era realmente convinta di essere arrivata sull'isola dei Faraglioni e così, parcheggiata l'auto, si è diretta a piedi all'ufficio turistico comunale per chiedere informazioni su come poter visitare la famosa "Grotta Azzurra". In un primo momento gli operatori del centro hanno pensato che la coppia svedese fosse alla ricerca di una pizzeria o ristorante. Poi dopo un breve colloquio in inglese il giallo è stato risolto.
Come hanno raccontato gli stessi operatori su Facebook, i due turisti hanno spiegato loro di esser partiti di buon mattino da Venezia alla volta di Capri e di essersi affidati al proprio navigatore satellitare per conoscere tempi di percorrenza e autostrade. Ma qualcosa non ha funzionato: i due sono arrivati a Carpi dopo ben sette ore di viaggio, seguendo un itinerario evidentemente sballato. Ecco perché, dopo tanto viaggiare, si erano convinti che la città dove erano approdati doveva essere per forza la meravigliosa isola della costa campana, anche se in realtà non erano saliti su nessun traghetto per raggiungerla. A quel punto ai due sfortunati turisti non è rimasto che rimettersi in viaggio, non prima però di aver fatto un giro nell'altrettanto affascinante piazza Martiri. Resta il mistero se abbiano avuto anche il tempo per concedersi un tuffo nelle acque della piscina comunale.

di Massimiliano Papasso
Pubblicato su Repubblica.it

venerdì 17 luglio 2009

giovedì 9 luglio 2009

OH MY GEORGE!!!

Dalle lacrime ai sorrisi. Dai pilastri traballanti di paura, alle gambe che sfarfallano per l'emozione. Nonostante le mille visite post trauma del premier, c'è voluto George Clooney per far tornare il buon umore sul viso dei terremotati de L'Aquila. L'attore americano, tra una rovina e l'altra, si è detto impressionato dalla potenza delle scosse che ad aprile distrusse la cittadina d'Abruzzo. In estasi gli aquilani, ma soprattutto le aquilane. Baci, abbracci e mille foto. C'è stata addirittura una vigilessa che quasi non reggeva all'emozione dopo uno scatto con l'attore del cuore. O forse era per quella promessa ("Voglio fare un film qui") che dovrebbe inorgoglire chi da quattro mesi vive in una tenda. E poco importa se nessuno di loro potrà andare a vedere quel film. In Friuli e in Irpinia questo genere di cose se le sognavano all'epoca di certi disastri.
Con l'affascinate George, però, non poteva mancare il mite Veltroni, rispuntato dalle rovine del Pd. Anche lui non ha resistito a una foto ricordo con l'amico più amato dalle donne. Loro sorridono, intorno ci sono ancora pietre, polvere e calcinacci. Siamo a L'Aquila ma in fondo sembra Pompei.

martedì 7 luglio 2009

mercoledì 24 giugno 2009

VACANZE DELL'ALTRO MONDO

Qualche turista tedesco l'ha preso per un messaggio di caloroso benvenuto. Pare che alcuni inglesi, bermuda alla mano, abbiano cercato per ore - e invano - quel curioso hotel dalla nomenclatura tanto oscura quanto chilometrica. Per non parlare degli italiani, che leggendo l'avviso a dir poco inquietante, si aggiravano per secchielli e ombrelloni alla ricerca di cadaveri sgozzati, rifiuti pericolosi, o almeno qualche lisca di pesce.
Tutti però alla fine hanno dovuto alzare bandiera bianca. Leggere e comprendere, infatti, la bizzarra insegna che svetta in una località turistica della costa jonica calabrese è impresa per pochi ma non per tutti. Dietro a quell'avviso di sequestro giudiziario c'è una storia lunga come quella della Magna Grecia. Storie di acqua piovana, pozzetti e corrente alternata, che sembrano aver steso al tappeto quello che, solo qualche decennio fa, era un posto da vacanze a cinque stelle.
Tutto questo e molto di più quando, proprio in tivvù, gira e rigira l'immagine di un calciatore che, con una mano sul petto, preannuncia l'inizio dell'ennesima stagione all'insegna del mare, del sole e dei luoghi comuni. Consigli per gli acquisti: prima di fermarsi al cuore, portare la mano almeno in zona coscienza.

martedì 16 giugno 2009

BANDIERA ROSSA

Qualcuno l'ha piazzata lassù, a una settimana dalla vittoria. Per la verità una riconquista dopo molti anni di governo di destra. Fatto sta, la bandiera rossa che lunedì mattina sventolava sul campanile di una chiesa di di Fanano - comune dell'Appennino modenese - ha fatto storcere il naso proprio a tutti: sindaco, parroco e politicanti vari. Falce e martello su sfondo porpora, vessillo di quella che fu l'Unione Sovietica, non sono piaciuti. Simboli troppo estremisti per festeggiare la vittoria del centrosinistra all'ultima tornata elettorale, icone troppo offensive per chi, in quel rosso sbiadito, rivede riaffiorare i baffi di Stalin e la pelata di Lenin. Eventuali crimini compresi. Così, dopo un breve consulto, la bandiera è stata rimossa e l'Armata Rossa rispedita in Siberia. "Scherzo di cattivo gusto" ha detto il povero parroco che si è visto sventolare sotto al naso - e di fianco alla croce - l'emblema dell'Urss. "E' un gesto in cui io e la mia coalizione non ci identifichiamo" ha chiarito il neo sindaco che è riuscito a riacciuffare il paese dopo anni di dominio di centrodestra. Altro che Don Camillo e Peppone.

domenica 31 maggio 2009

SALVATE IL GUERRIGLIERO UMBERTO

Dagli indiani a Che Guevara. Dalle riserve americane alla guerriglia boliviana. Alla Lega-sempremenoromaladrona-Nord piace la storia. Talmente tanto che i suoi manifesti elettorali ultimamente richiamano eventi epocali dai risvolti apocalittici. Quello degli indiani è ormai famoso (anche se immaginare un povero angolano sbarcato a Lampedusa vestito da generale Custer è davvero una bella prova di fede politica). Per non parlare di quelli contro cinesi, prostitute e l'indipendenza della Padania. Ma l'accostamento a Che Guevara, paladino della rivoluzione d'avanguardia, forse nessuno se l'aspettava. E invece ecco sbarcare sul web con un bunner a scorrimento lento l'Umberto "Che" Bossi, con tanto di posa epica e sigaro in mano. La faccia rivolta a sinistra ma gli occhi puntano decisamente verso destra.
L'espressione seria come quella del dottor Ernesto, ma al posto del bavero e del basco con la stella a cinque punte l'Umbert nazionale sfoggia l'inconfondibile camicia verde. Insomma, non c'è che dire, un'imitazione perfetta. Peccato che abbiano appena chiuso lo spettacolo del Bagaglino. Pippo Franco si sta già mangiando le mani.

venerdì 22 maggio 2009

mercoledì 20 maggio 2009

L'ULTIMA CORSA DI FABIO

Aveva preso un mese di ferie per seguire quello che da 32 anni era la sua passione più grande, il Giro d’Italia. E proprio sulle strade della corsa rosa, Fabio Saccani, imprenditore con l’hobby del ciclismo, è morto: travolto da un camion mentre a bordo della sua motocicletta stava raggiungendo la partenza di una delle tappe più attese, la Cuneo-Pinerolo.
Tragico incidente ieri mattina al Giro d’Italia: Fabio Saccani, 69 anni, originario di Rio Saliceto ma carpigiano d’adozione, è deceduto dopo essersi schiantato contro un camion nei pressi di Cuneo. Saccani, sposato e con due figli, era la guida su due ruote di Roberto Bettini, storico fotografo del ciclismo. Con lui aveva macinato chilometri in sella alla sua motocicletta in Italia e all’estero: il Giro d’Italia di quest’anno era il 32esimo seguito dal vivo, mentre al Tour de France era già stato ben 11 volte. In gruppo tutti lo conoscevano: inconfondibile con il suo casco rosa, tappezzato di fotografie e autografi dei corridori, era innamorato del ciclismo e dei suoi eroi. Da Pantani a Saronni, aveva conosciuto tutti i più grandi, ma era stato l’americano Lance Armstrong che l’aveva colpito di più. Forse proprio perchè entrambi erano riusciti - pochi anni fa - a sconfiggere un male terribile. Una vittoria che Saccani, intervistato pochi giorni fa dalle televisioni di mezza Italia, sbandierava con grande gioia assieme alla foto con il ciclista texano, quest’anno al suo primo Giro d’Italia dopo il provvisorio ritiro.
L’incidente è accaduto qualche minuto prima delle 9 del mattino. Saccani, che lunedì era ritornato a casa dalla moglie, stava raggiungendo la partenza della 12esima tappa. Poco prima del centro di Cuneo però un camion - secondo una prima ricostruzione da parte della polizia stradale piemontese - gli ha tagliato la strada. La sua moto, una Bmw 1200, è finita contro la parte posteriore del mezzo. Un impatto terribile che non gli ha lasciato scampo: il 69enne, infatti, è deceduto sul colpo. La notizia della sua morte ha subito raggiunto la carovana rosa che si apprestava a partire per una delle tappe più belle. Ad aspettarlo c’era l’amico e compagno di avventure, il fotografo Roberto Bettini, che in lacrime ha ricordato il suo grande amore per questo sport. «Ci lascia la sua immensa voglia di vivere - ha detto - ed il suo immenso amore per il ciclismo. Per lui il ciclismo era una ragione di vita, era entusiasta».
Una vera e propria passione che Saccani coltivava fin da giovane, quando in sella alla sua bici era riuscito a vincere anche qualche corsa. Originario di Ca’ di Frati, Saccani viveva a Rio Saliceto ma Carpi era la sua seconda casa. Da quando aveva sposato la signora Lara Colli era diventato uno dei titolari dell’azienda di famiglia che produce prodotti chimici per l’agricoltura. Ieri nello stabilimento di via Tre Ponti c’era rabbia e incredulità. «Siamo sconvolti - racconta una dipendente al telefono - il signor Fabio amava tanto quello sport, era la sua passione. Lo vedevamo qui tutti i giorni. Non ci sembra vero». A Carpi, nello stesso stabilimento, lavorava anche uno dei suoi figli, Stefano. Oggi il Giro d’Italia lo ricorderà ufficialmente con un minuto di silenzio prima della partenza dei corridori, mentre la data dei funerali non è ancora stata fissata: per salutare Fabio per l’ultima volta bisognerà aspettare l’esito dell’autopsia.

di Massimiliano Papasso
L'Informazione di Modena, 20/05/2009

mercoledì 6 maggio 2009

MEMORIE DAL SOTTOSUOLO

Have no fear
For when I'm alone
I'll be better off
than I was before
I've got this light
I'll be around to grow
Who I was before
I cannot recall

Long nights allow
me to feel...I'm falling...
I am falling
The lights go out
Let me feel I'm falling
I am falling safely to the ground
I'll take this soul
that's inside me now
Like a brand new friend
I'll forever know
I've got this light
And the will to show
I will always be
better than before

Long nights allow me to feel...
I'm falling...I am falling
The lights go out
Let me feel I'm falling
I am falling safely to the ground
(Long Nights, Into the wild - Eddie Vedder)

lunedì 27 aprile 2009

FACE TO FACE

Si chiama Seegugio e, come tutti gli animali dall'intuito sopraffino, cerca e trova. Anche ciò che magari è lecito cercare ma sarebbe meglio non trovare. Come le foto di perfetti sconosciuti. "Seegugio", infatti, è una nuova applicazione di quell'inferno mediatico che è Facebook. Basta un clic per sbirciare nella vita fotografica di ex amanti, ex colleghi, ex mariti, ex vicini e nemici cronici senza necessariamente esserne amici (nel senso facebookiano del termine, s'intende). Ma se nel bel mezzo di una ricerca davvero speciale qualcuno venisse assalito dai sensi di colpa, farebbe bene a leggersi la nota che i creatori di Seegugio hanno scritto riguardo alla privacy. L'applicazione è perfettamente in linea con lo spirito di Facebook: è stato approvato dai capocci del social network e, soprattutto, la sua ricerca viene effettuata attraverso complessi algoritmi sugli album fotografici "pubblici" e non su quelli "privati". Insomma, se le vostre foto non possono essere viste da "amici di amici" allora i vostri ricordi potrebbero continuare ad essere custoditi senza problemi per il resto dell'era digitale nel forziere bucherellato delle faccedalibro. Altrimenti preparatevi a infinite incursioni nei fattacci vostri di milioni di satelliti spia. Si salvi chi può.

venerdì 17 aprile 2009

L'IMPOSSIBILE PARALLELO

Ventidue morti. Molti sono donne e bambini. I testimoni parlano di gente costretta a scavare con le mani tra le macerie, in mezzo ai calcinacci, alle travi. La polvere sembra aver inghiottito tutto. Decine di case e di vite sventrate nel cuore della notte da due scosse ad appena sessanta minuti di distanza l'una dall'altra. Sembra un film già visto, ma in realtà non lo è. Questa volta il terremoto (5.5 e 5.1 della scala Richter) ha colpito la provincia orientale di Nangarhar, fra Kabul e Jalalabad, in Afghanistan a qualche migliaia di chilometri dall'Italia, dall'Abruzzo, dall'Aquila. Eppure i risultati - stando a quanto raccolto fin'ora - sembra essere incredibilmente simile. Verrebbe da dire Onna come Batawul. Eppure c'è qualcosa che non quadra. Qualcosa che non torna.
Domenica 6 aprile alle 3.33, secondo le rilevazioni dell'Ingv, una scossa di 5,8 della scala Richter ha raso al suolo il centro storico dell'Aquila, molti paesi limitrofi, cancellato la vita di 294 persone. Oggi in Afghanistan, in villaggi fatiscenti, dove le case non hanno travi e cemento armato, dove lì forse per davvero i granellini di sabbia fanno da fondamenta, i danni sembrano essere 10 volte minori. Strano ma vero. Tremendamente vero.

venerdì 6 marzo 2009

CALABRIFORNICATION

Per chi avesse perso questa notizia da primissima pagina, ecco un'Agi di oggi pomeriggio.
Ha avuto il coraggio di scrivere una lettera, firmandola con il suo vero nome e facendola pubblicare su "il Quotidiano della Calabria". Lei e' una ragazza di Rogliano (Cosenza), che ha denunciato pubblicamente che i suoi concittadini la criticano e sparlano alle sue spalle perchè convive con un uomo del posto, che per lei ha lasciato la moglie. "Non sono una meretrice", dice la ragazza dalle pagine del quotidiano. Anche lei ha un matrimonio fallito alle spalle, ma adesso dice di aver trovato il suo vero amore, un fotografo del suo paese. La gente del luogo si divide. C'è chi dice che "ha fatto bene a scrivere quella lettera, perche' sono solo fatti suoi e quindi la gente non deve parlarne, non gli interessa questa storia". Ma c'è anche chi dice che "i panni sporchi si lavano in famiglia, non doveva uscire cosi' allo scoperto". Poi c'e' la categoria di chi afferma che "non capiamo perchè le televisioni vengono qui per una cosa del genere, abbiamo tanti altri problemi molto piu' seri". Intanto nel paesino è arrivata anche una troupe di Italia Uno, che si e' interessata allo strano caso. Lei, e il suo convivente, per ora sono chiusi in casa. Anche lo studio fotografico e' chiuso, ufficialmente per lavori di ammodernamento. E nel paese non si parla d'altro. Qualcuno ha proposto anche un consiglio comunale straordinario, per parlare del danno che questa storia ha fatto all'immagine di Rogliano.
Possibile che non ci sia stato ancora nessuno che abbia pensato di trasmettere in Eurovisione il Consiglio comunale?

mercoledì 18 febbraio 2009

SOGNANDO LA CALIFORNIA

Il titolo più bello era quello del Manifesto (Sardo nel buio), ma non era male nemmeno quello dei cugini di Liberazione (Walter nudo). Per chi non lo sapesse, Uolter (Disney) Veltroni si è dimesso. Il capitombolo del Pd in Sardegna è costato, all'ex sindaco di Roma ed ex direttore dell'Unità, poltrona e partito. Una scelta dolorosa per chi quell'idea Democratica l'aveva vista sbocciare e nascere. Peccato che in nemmeno due anni di storia il fiore all'occhiello del bipartitismo all'italiana stia già pericolosamente appassendo. Sui motivi del dissesto idrogeologico del Pd, fior fiori (tanto per restare in tema) di analisti si stanno alternando proponendo polemiche e teorie. Forse però il vero errore del Pd alla Veltroni è stato quello di voler ricalcare a tutti i costi ciò che succedeva dall'altra parte dell'oceano, cedrendo che bastasse tradurre per poter vincere. Un "Si può fare" sarà pure un bella frase, ma sempre di slogan si tratta. Così come il progetto della "Green Economy" e il suo milione di disoccupati da piazzare: parodia a stelle e strisce - fino a prova contraria - forse solo dei maccaroni provocatori di Nando Mericoni. Anche perchè chi governava (e governa ) a suon di canzoncine elettorali e promesse da ufficio di collocamento, questa Italietta qui l'ha già conosciuto. E allora, bisogna proprio continuarla a sognare 'sta California?

martedì 10 febbraio 2009

L'IRRESISTIBILE LEGGEREZZA DEL NON ESSERE

Serata e record stagionale: il Grande Fratello 9 ha messo a segno il suo migliore risultato con il 31.78% di share e 7 milioni 920mila spettatori di media. Il tutto nella serata in cui Rai Uno e Retequattro schieravano rispettivamente Bruno Vespa ed Emilio Fede a condurre i rispettivi speciali sulla vicenda di Eluana Englaro: 17.31% di share e 4 milioni 302 mila telespettatori per l'ammiraglia di viale Mazzini; 4.58% di share e 1 milione 325 mila spettatori per la gregaria di Cologno Monzese. 'XFactor' su Rai Due ha conquistato 2 milioni 921mila spettatori con il 21.25% di share.

Basta questo lancio d'agenzia delle 10.43 di questa mattina a far capire che razza di paese è questo. Nove milioni di televisori accesi sul niente, sull'irresistibile leggerezza del non essere, mentre dall'altra parte dell'etere finiva (o iniziava) una vicenda che potrà cambiare la vita di tutti. Difficile riuscire a capire il perché. O forse è fin troppo facile.
Ciao Eluana.

lunedì 26 gennaio 2009

MEMORIE DA UNA BARZELLETTA

Quando ero piccino-picciò c'era una barzelletta che non faceva ridere. Parlava di un signore che in piazza San Pietro per l'Angelus domenicale diceva all'amico: "Vuoi vedere che riesco ad affacciarmi con il Papa dalla finestra del suo studio?". "Ma tu sei pazzo" rispondeva l'altro, senza però riuscire a dissolvere la convinzione dell'uomo, che sicuro dei propri mezzi si allontanò in fretta per raggiungere la meta. Dopo qualche minuto ecco il Papa affacciarsi e salutare la piazza stracolma di fedeli. Accanto a lui c'era l'uomo dell'impresa impossibile che, con un sorriso stampato sul viso, agitava le mani un po' per salutare, un po' per esultare. Il suo amico, rimasto tra le colonne del Vaticano, si chiedeva come diavolo avesse fatto quello lì ad arrivare fin lassù, quando ad un tratto un turista giapponese si avvicinò per chiedergli: "Mi scuvsi, ma chi è quell'anziano vetito di bianco vicino al signor Maurisio?".

lunedì 19 gennaio 2009

A SANGUE FREDDO

Le hanno bollate come frasi agghiaccianti, spietate, irreali. Pensieri e pallottole provenienti da chissà quale universo parallelo, magari da quel mondo neomelodico difficile da intonare, figuriamoci da capire. Le intercettazioni delle notti di fuoco di uno dei re di Gomorra sembrano aver fatto centro. Hanno colpito al cuore e ancor di più allo stomaco chi, ancora, si ostina a catalogare le guerre di mafia (dalla 'ndrangheta alla camorra) come la sceneggiatura di un film da premio Oscar. Hanno colpito e hanno indignato anche chi con quelle scene è abituato a confrontarsi da molto tempo. C'è chi ha vomitato sentenze e parole sulle canzonette ascoltate prima di un agguato. Chi ha preferito soffermarsi sulle parolacce e sulle bestemmie recitate come se fossero frammenti di un rosario. Insomma una irresistibile leggerezza dell'essere criminali che ha stupito, sconfortato, meravigliato. Eppure sta proprio qui l'errore. Credere, o ancor peggio sperare, che chi scarica centinaia di pallottole su una casa sia davvero così diverso da noi, lontano mille miglia dalla nostra realtà.
Un po' di tempo fa Novantesimo minuto scandiva le domeniche in un "prima" e un "dopo". Il "prima" era fatto di preghiere, passeggiate, pranzi e radioline. Il "dopo" di commenti, discussioni e incazzature. Quella domenica era anche il giorno della Befana: quindi pranzi e preghiere al quadrato. Ad un certo punto, nel bel mezzo di una discussione sulle rovesciate di qualcuno e le parate di qualche altro, scoppiarono dei petardi o qualcosa che ci si avvicinava molto. Una lunga e incontrollabile serie di botti, manco se fossimo alla fine delle feste di Natale. Poi la polvere che vedemmo alzarsi ci fece pensare a qualcos'altro: forse un incendio, forse un cassonetto andato a fuoco. Incominciammo a percorrere i 200 metri che ci separavano dal quel fumo bianco. Quando arrivammo c'era una Fiat Uno conciata come una fetta di groveria. Qualcuno gli aveva scaricato contro almeno due kalashnikov. Dentro, incastrati come topolini, due ragazzi, morti a duecento passi da una domenica come tante altre. Qualcuno li aveva inseguiti in moto per diversi chilometri. Poi una volta raggiunti, gli avevano sbarrato la strada e tanti saluti.
Non ricordo i loro nomi. So di averli visti centinaia di volte, così come i loro sicari, uccisi anch'essi qualche tempo dopo, forse con le stesse modalità. Nessuno di loro era il re di Gomorra ma mangiavano, bevevano, cantavano e ballavano anche prima di un agguato. Anche prima di morire.
Ecco perché non c'è nulla di eccezionale nella mafia. Non c'è niente di agghiacciante in chi progetta, a sangue freddo, come uccidere una persona. Per questo forse è inutile stupirsi della ferocia o della barbarie di certa gente. Serve capire e tenere a mente. Non solo come se fosse la scena di un film da rivedere.

venerdì 9 gennaio 2009

BRICIOLE DI DE ANDRE'

Dieci anni fa se ne andava Fabrizio De Andre'. Da qualche giorno siti web, tv, giornali e rotocalchi stanno celebrando, o si apprestano a farlo, quello che forse è stato il più grande cantautore della musica italiana con interviste, immagini, trasmissioni. Una di queste è stato lo speciale che il Tg1, curato da Vincenzo Mollica, è andato in onda qualche sera fa. Immagini, note e canzoni di Faber ma soprattutto parole e sproloqui dei soliti noti che ricordavano, o si sforzavano di farlo, quello che il cantautore/poeta fu, è stato e sarà. Briciole di De Andre' che Aldo Grasso ha inquadrato così. Vedere per non credere. E sottoscrivere.

sabato 3 gennaio 2009

L'OROSCOPO SENZA SCOPO

C'è chi li prende sul serio, chi li guarda con aria diffidente, chi appena incontra una persona si domanda se Marte o Giove siano mai passati nella sua luna. Con l'arrivo del nuovo anno, giornali, giornalisti e giornalai hanno sprecato tempo e denaro a rincorrere l'oroscopo di turno. Chi ha lavorato per almeno 2 minuti in una redazione di un giornale conosce benissimo come, molto spesso, queste previsioni sul nostro futuro vengano teorizzate, interpretate e trascritte. Per questo, molto tempo fa, anche quelli del Penzochehaicapito ci provarono, grazie alle doti paranormali di un certo Peto Burzuffo. Con risultati del tutto inaspettati. Leggere per credere (si fa per dire...).


ARIETE
Se sei single aspettati delle novità: i tuoi amici rimorchieranno tutte le sere mentre tu bucherai circa quattro volte nel giro di due giorni .
PETO CONSIGLIA : comprati un rimorchiatore

TORO
Nei primi giorni del mese potrai centrare molti bersagli se saprai muoverti con grande scaltrezza tra i calcinacci del muro che avrai sfondato con la macchina.
PETO CONSIGLIA : pensa ad un week end in casa

GEMELLI
Soffrirai d'ansia per preoccupazioni ingiustificate come il male che senti al braccio sinistro.
PETO CONSIGLIA : Non fiori ma opere di bene

CANCRO
La lucidità mentale non sarà al top ma riuscirai lo stesso a ricordarti che hai perso il bancomat e che il codice segreto era scritto sulla maglietta che hai regalato a quella donna a cui hai dato un passaggio prelevandola dai viali della tua città.
PETO CONSIGLIA : prega che tua moglie non vada mai a fare shopping in questo mese

LEONE
Sii più disponibile nei confronti del tuo partner. Se vuole legarti al letto concediglielo. Se poi subito dopo scappa con la tua migliore amica incomincia a dubitare degli astri e soprattutto di questo oroscopo.
PETO CONSIGLIA : L' Astrologia come la Matematica non è una scienza esatta

VERGINE
Incontrerai dei piccoli problemi organizzativi , ma le cose pian piano miglioreranno: la tua attività commerciale prenderà fuoco e il tuo bancario scapperà a Cuba con i tuoi ultimi risparmi
PETO CONSIGLIA : la prossima volta gioca al Monopoli

BILANCIA
Un piacevole imprevisto ti farà tornare in mente tanti bei momenti della tua infanzia: morirai e la vita ti scorrerà davanti come nei film, ma sarai lo stesso fortunato perché non ci saranno intermezzi pubblicitari.
PETO CONSIGLIA : Telepiù sempre più come vuoi tu

SCORPIONE
Contrasti in amore a centrocampo con il mediano della squadra avversaria. L' arbitro se ne accorgerà e vi spedirà anzitempo negli spogliatoi così da poter coronare il vostro sogno d'amore
PETO CONSIGLIA : Fa che sia sempre lui a chinarsi per prendere la saponetta

SAGITTARIO
La flessibilità sarà la carta vincente per portare a termine gli impegni del mese. La malleabilità purtroppo il tuo solito e annoso problema
PETO CONSIGLIA : Parlane con il tuo medico di fiducia

CAPRICORNO
Incontrerai la tua anima gemella nei primi 6 mesi dell'anno. Nei restanti 6 avrai un figlio , 4 nipotini e vincerai al totocalcio e al superenalotto svariate volte.
PETO CONSIGLIA : la prossima volta lascia detto a tua madre di svegliarti un po' prima la mattina, altrimenti i tuoi sogni diventano sempre più lunghi

ACQUARIO
In questo anno saranno possibili entrate e guadagni imprevisti. Poi il crollo della borsa di Milano ti farà perdere anche l'ultimo euro ancor prima che sia andato in vigore.
PETO CONSIGLIA : Meglio una lira oggi che un euro domani

PESCI
Prenditi una settimana di riposo e concediti la vacanza che stai sognando da un po'. Al tuo ritorno tua moglie ti accoglierà a braccia aperte anche perché dalla tua partenza non gli è rimasto che aprire solo quelle.
PETO CONSIGLIA : chiedi al Governo di reintrodurre la cintura di castità.