mercoledì 23 settembre 2009

CHI HA INCASTRATO KURT COBAIN?

Cantava di non essere come loro ma di poter fingere. Diceva di sentirsi il peggiore anche in quello che faceva meglio. Adesso ce lo ritroviamo, cardigan sgualcito sulle spalle e caschetto biondo in testa, a intonare le hit degli Iron Maiden e Blink-182. Kurt Cobain, leader dei Nirvana morto il 5 aprile del 1994 a ventisette anni, rivive - almeno virtualmente - nel gioco elettronico Guitar Hero 5. Activision, il colosso americano che ha ideato e distribuisce l'ultima frontiera dell'intrattenimento da camera, ha creato un avatar dell'icona grunge con il quale è possibile eseguire tutte le hit presenti nella tracklist del gioco.
Un "orrore" contro il quale si sono scagliati con forza i due compagni di avventura di Cobain ai tempi della Seattle a quadratini di flanella."Kurt ha scritto canzoni e parole che significano molto per tante persone nel mondo - hanno detto Krist Novoselic e Dave Grohl - Crediamo che si meriti di meglio che apparire in un videogioco". Inorridita anche la vedova Cobain, Courtney Love, che pare abbia già dato mandato ai suoi avvocati di tutelare l'immagine del marito "facendo a pezzi" quelli di Activision e il loro giochino. Peccato che - come hanno raccontato i legali del gruppo a stelle e strisce - sia stata proprio l'ex dolce metà del povero Cobain a dare il via libera (a suon di dollari, s'intende) alla creazione dell'avatar di Kurt. Ok che però - a sentire l'ex leader delle Hole e dal 1994 anche attrice e presentatrice tv - avrebbe dovuto riguardare solo pensieri e parole del repertorio musicale dei Nirvana. E invece quelli di Activision hanno piazzato il povero Cobain vicino a scheletri che suonano la batteria. Per poi far decidere all'utente se e quando far intonare improbabili successi internazionali di altri gruppi, lontani anni luce dalla rabbia di Smell Like Teen Spirit o Rape Me.
Forse hanno davvero ragione i suoi ex compagni di viaggio. Cobain non si meritava tutto questo. D'altronde l'aveva scritto anche lui da qualche parte, quando ancora nessuno immaginava cosa potesse essere (o diventare) un avatar: "Preferisco essere odiato per ciò che sono, piuttosto che essere amato per quel che non sono".

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