giovedì 8 aprile 2010

BATTUTA SU FACEBOOK SUI PRETI PEDOFILI: ASSESSORE DI CARPI RIMOSSA DAGLI INCARICHI

Estromessa dalla giunta dopo una battuta su Facebook sui preti pedofili. Succede a Carpi, popoloso e ricco comune del modenese, amministrato dal centrosinistra (a larga maggioranza Pd), e all’ormai ex assessore alle Politiche sociali Miria Ronchetti, alla quale martedì scorso il sindaco ha revocato tutte le deleghe. Una decisione arrivata alla fine di un tam tam mediatico e politico scatenato dalla comparsa sul social network di una frase scritta dalla stessa Ronchetti che effettuava un pericoloso parallelo tra aborto, clero e il tema scottante della pedofilia: “Mi viene un pensiero molto cattivo – aveva postato giovedì 1 aprile l’assessore sulla propria bacheca – Non è che i preti non vogliono l’aborto perché vogliono a loro disposizione tanti bambini?”.

Battuta che non è passata inosservata, tanto che dopo poche ore la notizia dell’infelice uscita era arrivata direttamente sul tavolo di sindaco, opposizione e componenti cattolici della sua stessa giunta. A nulla, infatti, era servito il tentativo da parte dell’avvocato 57enne –eletta in una lista civica ma vicina all’area Pd – di effettuare un primo dietro front e cancellare la frase incriminata dal proprio profilo: blog e altri utenti Facebook avevano già fatto in tempo a ‘immortalare’ la battuta, facendola poi rimbalzare in rete.

A quel punto, incalzata dal Pdl che ne chiedeva le dimissioni e dal silenzio imbarazzato della Curia, all’assessore non è rimasto che rimettere il proprio incarico nelle mani del sindaco Enrico Campedelli e aspettare che la bufera passasse. Non prima però di aver chiesto scusa per l’accaduto. “Sono rammaricata per quanto apparso sulla mia pagina di Facebook – aveva fatto sapere dopo un primo faccia a faccia in Comune con il primo cittadino - Intendo chiarire che si è trattato di una spiacevole e infelice battuta dovuta al clima di tensione che si respira in questi giorni”. Parole che non sono bastate a salvarle la poltrona. Martedì, dopo tre giorni di riflessione, il sindaco le ha revocato tutte le deleghe. “Quanto avvenuto ha fatto venire meno il rapporto fiduciario tra di noi – ha spiegato il primo cittadino in un comunicato – Chi ricopre cariche istituzionali, a qualsiasi livello, non credo possa permettersi dichiarazioni del genere”. Una estromissione ‘benedetta’ dal vescovo Elio Tinti e da tutte le forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione.

A quel punto alla Ronchetti – che sempre su Facebook si definiva ‘serenamente atea’ e ‘disperatamente di sinistra’ – non è rimasto che andarsene al mare, non prima di aver incassato la solidarietà di amici e conoscenti, e scoccato una freccia avvelenata ai suoi ex alleati di governo. “Il sindaco mi ha revocato la fiducia e ritirato le deleghe – scriveva martedì alle 19.29 sul proprio profilo – Peccato, speravo di aver fatto un buon lavoro ma qualcuno mi dice che il partito per il quale mi sono data da fare non mi può perdonare”.

di Massimiliano Papasso

pubblicato su Repubblica.it

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