venerdì 2 luglio 2010

ANOTHER BRICK IN THE WALL

Era lungo 160 km, adesso per vederlo bastano 160 secondi. C'è qualcosa che sfugge al turista che sbarca a Berlino alla ricerca, forse un po' voyeuristica, di quel muro che per quasi trent'anni ha spaccato in due la città come una mela: è la ragione per la quale i berlinesi hanno deciso di disintegrare in tutta fretta quella distesa di cemento armato.
Da altre parti siamo abituati a conservare la memoria, a preservare i simboli, a custodire quello che è stato perché solo così è possibile conoscere e capire quello che sarà. Sulle rive della Sprea però questa regola sembra non valere. Del muro, a vent'anni (o poco più) dalla caduta, rimane davvero poco, soprattutto in centro. Qualche frammento in vendita nei negozi, un paio di fotografie con il faccione di Reagan che ne chiedeva l'abbattimento, quattro o cinque monoliti in piazza che sembrano solo far da sfondo all'imponente e ingrombante pubblicità dell'Ipad.
Rimozione forzata dopo lo smantellamento sognato? Forse. O forse no.
Una volta qualcuno disse che in fondo "siamo tutti berlinesi". Ma nessuno ha mai vissuto circondato da 160 km di cemento e filo spinato.

1 commento:

  1. Non credo che ad un berlinese faccia piacere passeggiare davanti ad un monumento alla sua infelicità. Nella mia città hanno messo, al centro di una rotonda, un carroarmato. è come se ci avessero messo una bomba inesplosa. Sembra ti prendano in giro.

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